Home 9 Ambiente 9 Banca dati FGas e verifiche delle perdite dei gas fluorurati

Banca dati FGas e verifiche delle perdite dei gas fluorurati

Set 30, 2023 | Ambiente

I gas usati nel condizionamento sono sostanze che permettono il trasferimento di calore (vedi articolo sul ciclo frigorifero) tra l’ambiente interno e quello esterno, sfruttando il loro ciclo di compressione ed espansione.

Esistono diversi tipi di gas refrigeranti, che si distinguono per le loro caratteristiche chimiche, fisiche ed ambientali. Tra i gas più utilizzati nel condizionamento ci sono:

  • L’R22, un veccchio gas monocomponente appartenente alla famiglia degli HCFC (idroclorofluorocarburi), che contiene cloro e ha un alto potenziale di distruzione dell’ozono (ODP). Questo gas è stato vietato nelle nuove apparecchiature dal 2004 e dovrebbe esser stato completamente eliminato dal 2015. (Se trovate condizionatori contenenti questo gas chiedete subito la dismissione e lo smaltimento)
  • L’R407C, una miscela di gas appartenente alla famiglia degli HFC (idrofluorocarburi), che non contiene cloro e ha un ODP pari a zero. Questo gas ha però un elevato potenziale di riscaldamento globale (GWP), che misura l’impatto sull’effetto serra. Il GWP dell’R407C è di 1774, mentre quello del CO2 è di 1.
  • L’R410A, una miscela di gas appartenente alla famiglia degli HFC, che non contiene cloro e ha un ODP pari a zero. Questo gas ha un GWP di 2088, superiore a quello dell’R407C, ma offre migliori prestazioni frigorifere e richiede minori quantità di refrigerante.
  • L’R32, un gas monocomponente appartenente alla famiglia degli HFC, che non contiene cloro e ha un ODP pari a zero. Questo gas ha un GWP di 675, inferiore a quello degli altri HFC, ed è considerato il più ecologico tra i gas refrigeranti attualmente disponibili. L’R32 ha anche una maggiore efficienza energetica e una minore tossicità rispetto agli altri gas.

Il D.P.R. n. 146 del 16 novembre 2018 che attua la normativa europea Regolamento UE 517/2014 regolamenta l’uso, il contenimento e l’immissione in commercio dei gas fluorurati a effetto serra, stabilendo dei limiti e dei divieti in base al loro impatto ambientale.

L’Art.10 del Regolamento UE 517/2014 richiede:

iscrizione al Registro telematico nazionale delle persone e delle imprese certificate
– certificazione delle competenze del personale che gestisce gli Fgas (patentito)
Obbligo di certificazione delle procedure delle aziende che gestiscono gli Fgas (piano della qualità)

Il piano della qualità richiesto stabilisce che la verifica periodica (taratura) dell’attrezzatura utilizzata
(Cercafughe, bilancia, manometri, termometri ecc..) è una condizione necessaria per la certificazione aziendale ed il suo mantenimento.


Il portale per la gestione FGas

La Banca Dati FGAS è un portale che rappresenta il punto di accesso unico per tutti gli adempimenti legati alla Banca Dati, sia per l’iscrizione sia per la comunicazione. Questo portale è stato creato per rivoluzionare il metodo di registrazione e comunicazione degli interventi su impianti FGAS dal 25 settembre 2019. L’obbligo di comunicazione per gli installatori nella nuova banca dati FGAS sostituisce di fatto la dichiarazione all’ISPRA per gli operatori. L’obbligo della dichiarazione ISPRA FGAS è stato dunque abrogato.

Introduciamo subito la figura dell’Operatore

L’operatore FGas è la persona o l’ente che ha la responsabilità sul funzionamento tecnico delle apparecchiature che contengono gas fluorurati ad effetto serra, come impianti di refrigerazione, condizionamento, pompe di calore e antincendio. L’operatore FGas deve rispettare alcuni obblighi previsti dalla normativa, tra cui:

  • Utilizzare personale o imprese certificate per le operazioni di installazione, manutenzione, riparazione, assistenza e smantellamento delle apparecchiature, nonché per il controllo delle perdite e il recupero dei gas fluorurati.
  • Verificare le informazioni relative alle proprie apparecchiature attraverso la Banca Dati FGAS, istituita dal Ministero dell’Ambiente, che raccoglie i dati comunicati dalle imprese certificate.
  • Dotarsi di una delle modalità di identificazione e autenticazione previste dal Codice dell’amministrazione digitale (SPID, CNS o CIE) per accedere alla Banca Dati FGAS

Ma cosa è cambiato dal 25 settembre 2019?

PRIMA:

Gli operatori delle applicazioni fisse di refrigerazione, condizionamento d’aria e pompe di calore, contenenti 3 kg o più di gas fluorurati ad effetto serra dovevano

  • tenere il ‘Registro dell’Apparecchiatura’
  • entro il 31 maggio di ogni anno presentare all’ ISPRA una dichiarazione annuale sulle quantità di emissioni in atmosfera di gas fluorurati relativi all’anno precedente.

ORA:

Gli operatori delle apparecchiature di refrigerazione, condizionamento d’aria e pompe di calore, a prescindere dal contenuto di gas fluorurati ad effetto serra, devono verificare o inserire le informazioni relative alle proprie apparecchiature attraverso l’accesso alla Banca dati.

La Banca dati FGas assolve all’obbligo di tenuta dei registri (si possono infatti scaricare, per via telematica, gli attestati che contengono tutte le informazioni).


La Banca deve essere alimentata dalle imprese certificate che comunicano le informazioni relative agli interventi di
assistenza, manutenzione, riparazione e smantellamento svolti sulle apparecchiature
.

Ma cosa deve fare un manutentore per la gestione corretta della banca dati FGas?

Innanzi tutto verificare che tutte le apparecchiature contenenti gas fluorurati siano registrate sul portale.

I dati necessari per la registrazione sono essenzialmente quelli di targa:

  • Marca
  • Modello
  • Matricola
  • Numero di circuiti frigoriferi
  • Ubicazione dell’apparecchiatura (indirizzo di installazione)
  • Destinazione d’uso (Uffici – processi produttivi – ecc)
  • Tipo di gas
  • Quantità di gas in Kg
  • GWP
  • Tonnellate di CO2 equivalenti
  • Tipologia di macchina (ermeticamente sigillato o no)
  • Presenza di un rivelatore di fughe gas in continuo (si o no)

per conoscere il valore di GWP e Tonnelate di CO2 Equivalente, se non indicate sulla targa dati, si può utilizzare una delle tante app FGas presenti sugli store degli smartphone.

Su queste app, (io ad esempio utilizzo F-Gas Solutions), inserendo i Kg di gas e la tipologia di gas, otterrete i rispettivi valori di GWP e Ton.CO2 Eq.

Vediamo in particolare queste due grandezze:

Che cosa è il GWP?

Il GWP (Global Warming Potential) di un gas refrigerante è una misura del suo impatto sull’effetto serra, cioè della sua capacità di trattenere il calore nell’atmosfera. Il GWP si calcola confrontando l’effetto di un chilogrammo di un gas con quello di un chilogrammo di anidride carbonica (CO2), che ha un GWP di 1 per definizione. Più alto è il GWP di un gas, più esso contribuisce al riscaldamento globale. 

Ad oggi, in maniera ufficiosa, sembra che:

A partire dal 1 gennaio 2024 sarà vietato l’utilizzo di HFC con GWP ≥ 2500 per refrigerazione e aria condizionata
A partire dal 1 gennaio 2030 sarà vietato l’utilizzo di HFC con GWP ≥ 150 per refrigerazione (esclusi i chiller).

Che cosa sono le Tonnellate di CO2 equivalenti?

Le tonnellate di CO2 equivalenti di un gas refrigerante sono un’unità di misura che permette di valutare il suo impatto sull’effetto serra, confrontandolo con quello dell’anidride carbonica (CO2), che ha un valore di riferimento pari a 1.

Per calcolare le tonnellate di CO2 equivalenti di un gas refrigerante, bisogna moltiplicare la quantità in peso del gas (in tonnellate) per il suo potenziale di riscaldamento globale (GWP), che indica quante volte il gas è più climalterante della CO2.

Ad esempio, se un impianto contiene 2,39 kg di R410A, che ha un GWP di 2088, le tonnellate di CO2 equivalenti sono: 0,00239 x 2088 = 4,99. Questo significa che emettere 2,39 kg di R410A ha lo stesso effetto serra di emettere 4,99 tonnellate di CO2

Ritorniamo ora alla nostra apparecchiatura registrata sulla Banca dati FGas.

Una volta registrata l’apparecchiatura, il sistema assegnerà ad essa un codice identificativo univoco.

Per capirci in parole povere, questo codice è come la targa di una automobile che ha vita, dall’immatricolazione alla demolizione.

Ma non è finita qui:

Vediamo ora in concreto come si deve gestire il vero lavoro operativo:

Ogni qualvolta si movimenta il gas refrigerante, questo movimento, deve essere tracciato sulla banca dati. Questo vuol dire dobbiamo registrare sul portale attività come:

  • In caso di perdita e reintegro del gas
  • In caso di riparazione del circuito gas e successiva verifica di tenuta (entro 30gg)
  • In caso di nuova installazione
  • In caso di dismissione

Inoltre, il Regolamento UE 517/2014 prevede che sia eseguita una ricerca delle perdite in maniera preventiva a seconda delle tonnellate di CO2 equivalenti del gas contenuto.

Dobbiamo quindi conoscere le seguenti condizioni:

  • Se l’apparecchiatura contiene dalle 0 alle 5 Tonnellate di CO2 eq. Le prove NON vanno eseguite (solo in caso di riparazione)
  • Se l’apparecchiatura contiene dalle 5 alle 50 Tonnellate di CO2 eq. Le prove vanno eseguite ogni anno (ogni 2 anni in caso di presenza di sistema di controllo in continuo delle fughe gas)
  • Se l’apparecchiatura contiene dalle 50 alle 500 Tonnellate di CO2 eq. Le prove vanno eseguite ogni sei mesi (ogni anno in caso di presenza di sistema di controllo in continuo delle fughe gas)
  • Se l’apparecchiatura contiene oltre le 500 Tonnellate di CO2 eq. Le prove vanno eseguite ogni sei mesi con obbligo di dotazione di sistema di controllo in continuo delle fughe gas.

Discorso a parte avviene per gli interruttori elettrici contenenti esafloruro di zolfo (SF6) di cui, all’Art.4 del regolamento UE 517/2014 si legge:

Come eseguire le ricerche di fughe gas

Dividiamo subito in due metodi: Diretto e Indiretto.

Si parla di metodo diretto quando si va ad utilizzare uno strumento per individuare direttamente la perdita, indiretto quando si misurano dei parametri di funzionamento che possono determinare la mancanza di gas, ma non la posizione della perdita.

Possiamo dire con certezza che il metodo più comodo e utilizzato è il metodo diretto che avviene attraverso l’utilizzo di uno strumento elettronico (cercafughe Fgas). Nel mercato si trovano parecchie marche e modelli a costi contenuti e tutti ottimi.

L’uso del cercafughe elettronico è davvero semplice perchè basta passare il sensore sulle parti contenenti il gas refrigerante (solitamente su giunzioni, filtri, valvole e batterie dell’evaporatore e del condensatore) e ascoltare il segnale acustico emesso dallo strumento (aumenta la frequenza del “bip” in presenza di gas).

Mi raccomando verificate sempre sul manuale dello strumento i tipi di gas rilevati e la sensibilità massima che deve essere uguale o maggiore di 3gr/anno

Una volta fatta la verifica si possono riscontrare due condizioni e cioè:

  • Perdita NO
  • Perdita SI

Quindi cosa si deve fare?

Partiamo dalla condizione in cui non abbiamo rivelato perdite. Le azioni da fare sono semplicemente quelle di andare sul portale e registrare la prova con “nessuna perdita riscontrata”.

Nella condizione di presenza di una perdita, abbiamo l’obbligo di riparare la perdita entro 5 giorni dall’accertamento e di riverificare la tenuta entro 30 giorni dalla riparazione (solitamente si fa immediatamente dopo la riparazione per non tornare 2 volte sul posto).

In questo caso le registrazioni sulla banca dati devono essere più di una:

  • Registrazione della verifica delle perdite con “riscontrata perdita”
  • Registrazione della avvenuta riparazione (tracciando il gas se smaltito recuperato o aggiunto) registrata entro 5 giorni dalla precedente
  • Registrazione della verifica successiva alla riparazione che, per forza di cose deve dichiarare la condizione di “nessuna perdita riscontrata”. Registrata entro 30 giorni dalla precedente.

Ultimo motivo di registrazione è quello dello smaltimento del gas dove si deve indicare il formulario di trasporto e lo stabilimento in cui il gas è stato consegnato.

Facendo un piccolo riassunto di leggi e norme documentali necessarie diciamo che:

  • Ci deve essere la figura dell’Operatore FGas che sia esso l’utilizzatore o un delegato (persona fisica o ditta).
  • Le apparecchiature conteneti FGas devono essere registrate sul portale della Banca dati FGas.
  • Il personale operante deve essere patentato FGas con certificato a rinnovo annuale.
  • L’azienda deve essere iscritta all’albo delle imprese FGas
  • L’azienda deve essere certificata per la qualità FGas. (Leggetelo)
  • Gli strumenti utilizzati per la gestione dell’FGas devono essere tarati.